Come è cambiato il mio modo di fare cinema? Ho cominciato a fare film quando esisteva un’idea precisa del cinema d’autore. Questa idea, nel corso del tempo, si è erosa nei desideri del pubblico e ha costretto me a rivedere questa idea. Un film, per me, adesso, deve coniugare in modo coerente e onesto un tratto stilistico personale che è ancora connotazione di un’autorialità, ma deve tenere conto della “tolleranza” del pubblico. Non esistono più i presupposti per imporre la propria idea in maniera dogmatica se si vuole sopravvivere in un mercato.
Un’altra mutazione sostanziale, molto recente, è data dall’irruzione delle serie tv. Paradossalmente, un terreno molto fertile dove incanalare le proprie esigenze d’autore, le sperimentazioni personali, perché i codici sono ancora in divenire e dunque l’apertura mentale dello spettatore è più ampia nella serialità televisiva che nel film tout court. Questi cambiamenti impongono un ripensamento del modo di fare cinema. E questo è il pensiero che occuperà noi registi in futuro.

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